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16 febbraio 2023

Intervista su sessualità e giovani


Il termine sessualità nasconde tanti significati: innanzitutto, non vuol dire soltanto sesso. Più in generale, indica l’identità multiforme della persona: il senso che ognuno di noi dà al sesso, il comportamento sessuale, infine l’identità di genere. 

23 gennaio 2023

La presunta inutilità dell’arte e delle discipline umanistiche

Perché è importante tutelare ciò che è, o appare, inutile in una società utilitarista

Tutti coloro che, per indole o vocazione, hanno scelto di intraprendere studi di carattere umanistico, devono essersi scontrati presto o tardi con l’enorme stigma che accompagna questo settore della conoscenza, nel contesto di un sistema culturale in cui la conoscenza deve essere necessariamente settorializzata. “Quello di cui ti occupi è inutile”, questo è il commento che in maniera più o meno esplicita viene rivolta a coloro che, in un tempo dominato dalla materialità, scelgono di dedicarsi a quanto è per definizione concettuale, spesso intangibile: la storia, l’arte, la letteratura, la filosofia.

8 gennaio 2023

Interviste sulla condizione delle donne


Qualche anno fa ho intervistato donne e uomini di ogni età, con cui ho un rapporto di conoscenza, per comprendere meglio il loro pensiero su alcune tematiche: tra gli altri, la parità e il futuro. Sono scaturite riflessioni importanti, talvolta scomode, che meritano di essere lette e discusse. E, nonostante il passare del tempo, attuali. La forma che ho scelto per l’articolo è quella dell’intervista collettiva: ho pensato alle conversazioni che, magari in famiglia, si possono fare su questi argomenti.

20 ottobre 2022

A proposito della democrazia della cura e dei ‘pozzi oscuri’ in cui cadono le donne

Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg in un bellissimo articolo intitolato Discorso sulle donne pubblicato nel 1948 sulla rivista «Mercurio» decise di smascherare senza reticenza le false certezze di progresso e di ottimismo che avevano accompagnato l’entusiasmo della liberazione. Lo fece affrontando in modo diretto il tema della condizione femminile e parlò senza infingimenti di maternità, di cura, di figli, di paure e di sensi di colpa. Lo fece mettendoci la sua faccia e il suo cuore  confessando proprio  le sue paure più intime e profonde nonché la sua difficoltà nel conciliare la dimensione del privato con quella dello spazio pubblico del lavoro e dell’impegno professionale.

22 dicembre 2021

La discriminazione al tempo del Covid e il capro espiatorio di Girard

L’emergenza coronavirus con tutte le sue incertezze, i drammi e gli interrogativi sta determinando una serie di misure straordinarie da parte dei governi di mezzo mondo atte a ridurre i contagi. Nello stesso tempo stanno emergendo iniziative discriminatorie e audaci forzature alle prassi legislative. Le crescenti limitazioni poste ai non vaccinati e una spregiudicata campagna di discredito verso ogni forma critica stanno ponendo un terreno fertile allo scontro sociale. Tutto ciò avviene in un clima di generale sottovalutazione di tali fenomeni inquadrabili nel meccanismo del capro espiatorio suggerito dagli studi di René Girard.

21 giugno 2021

Prospettive e timori del Grande Reset

grande reset

Se si effettua una ricerca su internet si evince che il termine Grande Reset viene generalmente associato ad un complotto delle élite mondiali a danno delle masse di cittadini. Ossia una serie di eventi atti a creare un nuovo ordine mondiale attraverso l’imposizione di nuovi valori che modificherebbero l’assetto socio-economico del secolo. Parecchi video e articoli esprimono toni apocalittici e generalmente se ne fa una descrizione esclusivamente nefasta. In questo articolo si intende bilanciare gli estremismi delle posizioni utilizzando una chiave quanto più oggettiva possibile tale da prendere in esame le principali posizioni partendo dallo status quo, provando nel contempo a caratterizzare le possibili prospettive senza tuttavia tralasciare un’interpretazione dell’autore.

12 marzo 2021

La mafia sotto casa

la mafia non esiste

«La mafia [a Palermo] ha influenzato sempre la vita di tutti, e in particolar modo la mia…» con queste parole comincia il film di Pif La mafia uccide solo d’estate: istintivamente si potrebbe pensare che questa affermazione sia valida per tutti, o almeno per buona parte dei palermitani. Invece vi dico, con buona certezza, che questa affermazione la si può estendere a quasi tutta la Sicilia e quindi a quasi tutti i siciliani.

2 gennaio 2021

Il migliore dei mondi possibili: perché la globalizzazione è il minore dei mali

La globalizzazione non sarà l’ordine mondiale perfetto, ma semplicemente quello meno peggiore. Si parla sempre più spesso di “tramonto della globalizzazione”, “post-globalismo”, “crisi globale”: ma davvero esiste qualcosa di meglio della globalizzazione per dare ordine e senso al mondo? 

3 gennaio 2019

Dieci anni di Elapsus


Da alcune settimane mi ronzava per testa un’idea, da quando cioè ero rimasto “orfano” di uno spazio in cui poter scrivere i primi pezzi con cui m’ero gettato, con molto azzardo, nel mondo del giornalismo. La piccola quanto modesta rivista cartacea aveva chiuso i battenti e a dire il vero i limiti d’una tiratura locale, i problemi di impaginazione e il taglio redazionale mi convincevano molto poco. Eppure quella chiusura poteva essere vista come un’opportunità... Così pensai di radunare tutti coloro che desideravano intraprendere l’avventura d’una rivista online, d’una webzine.

15 giugno 2017

MiR-941, ovvero la scoperta impossibile

DNA bit

Nel 2012 un'equipe dell'Università di Edimburgo guidata dal professor Taylor ha divulgato una scoperta che sarebbe opportuno definire epocale. Dietro il preoccupante silenzio dei media mainstream è stata annunciata la scoperta del gene miR-941 nel DNA umano. Questa sigla nasconde il gene responsabile dei processi evolutivi nell'uomo che lo hanno modificato sino all’attuale grado di cognizione. In pratica rispetto, ad esempio, alle scimmie questo gene (presente solo nell'uomo) ha indotto delle modifiche anatomiche che hanno favorito la fonazione nonché uno sviluppo encefalico tale da consentirci di sviluppare pensieri, idee e concetti.

6 novembre 2015

Perché il libero arbitrio va messo in discussione



Negli ultimi tempi mi sono trovato più volte a riflettere sul significato del libero arbitrio, questa facoltà tutta umana che consentirebbe di decidere tra il bene e il male, ma anche tra ciò che vogliamo fare e no. Su questo argomento le riflessioni, a mio avviso, sono spesso manchevoli di valutazioni pregnanti che rendano il dibattito più concreto.
In genere il libero arbitrio è mediato da una prospettiva religiosa, ed è infatti sotto questa chiave che il più delle volte i discorsi terminano, quasi non vi fosse null'altro da dover aggiungere; d'altronde non è accettabile l'idea che la propria esistenza non sia pienamente nelle proprie mani, perché ciò collide con la percezione che abbiamo della realtà.

17 dicembre 2014

La crisi del sapere umanistico

Aldo Giannulli

In un recente articolo di Aldo Giannulli, dall'eloquente titolo La crisi del sapere umanistico, ci si interroga in merito alla regressione delle materie umanistiche nelle scuole e nelle università. L'argomento è davvero calzante essendo in diminuzione un po' in tutto l'Occidente, il peso delle materie e del sapere umanistico in generale. In Italia, come sappiamo, il fenomeno è ancor più vistoso, ma anche nel resto d'Europa il problema è piuttosto serio.

21 gennaio 2014

Babbo Natale e la favola della democrazia rappresentativa


Alcuni anni orsono, durante un rilassante pomeriggio autunnale a passeggio tra le luci calanti del porto grande, col ritmo scandito dalle boccate di un buon Toscanello, il caro Luciano mi informò dell'imminente venuta dell'allora parlamentare europeo Claudio Fava in occasione della presentazione del suo ultimo libro Quei bravi ragazzi, testimonianza della sua concreta opera parlamentare nello smascherare lo scandaloso sistema delle "extraordinary renditions" messo in atto dall'amministrazione Bush nell'emergenza dell'ormai famigerata "lotta al terrorismo".

16 dicembre 2013

La matematica della condizione umana in letteratura

e=mc2


Una forma di pensiero che va oltre il linguaggio. Forse il genio sta in questo: il pensiero senza tempo. Il pensiero matematico esiste a prescindere dalle parole, non credo che il pensiero sia qualcosa di verbale, le parole sono incidentali, si può farne almeno.
(dal film Stephen Hawking, il genio della fisica)

Parto dal presupposto che la letteratura umanistica intesa come salvezza e conforto dalla condizione umana è, come la religione, sintomo di credenze irrazionali e speranze infondate. Se siete lettori facilmente suscettibili od incalliti religiosi, evitatemi. Una forma di pensiero libera dal linguaggio è certa, la matematica non mente, se così non fosse lo spazio-tempo non esisterebbe, tutto ciò che vedete, aldilà del cielo ed aldiquà delle nostre cellule, non sarebbe mai esistito. Miliardi di stelle, galassie, quasar, buchi neri, esistono a prescindere dalle parole. Il nostro più ardito pensiero, così come la nostra scoreggia, sono solo rumori sordi nel silenzio dell'universo. Ora, avendovi confortato quel tanto che basta, dilaniati dal pensiero del nulla, siete pronti per addentravi in un campo tanto affascinante quanto orrendo.

20 dicembre 2012

Modernismo urbanistico: la città a misura di era

Paul Klee, Angelus Novus
Paul Klee, Angelus Novus

C'è un uomo solo, o meglio, un uomo in compagnia di una massa di uomini che si muove nelle sicure maglie di una società fragile e liquida, come dice Bauman, ma la cui mancanza di solidità stessa ha rappresentato il traguardo-premio di una volontà generale votata alla tecnica e al progresso über Alles.


6 giugno 2012

Il fallimento della società consumista

consumismo

Uno dei principali dogmi che ci hanno inculcato è che tutto ciò che proviene dagli Stati Uniti sia più bello, più moderno e migliore. L’America come ben sappiamo incarna il perfetto modello di società consumista, molto più dell’Europa e di altre nazioni sparse nei vari continenti. La way of life americana ha pervaso il nostro immaginario collettivo facendoci ritenere quello stile di vita come il più giusto, ma anche quello che garantisce la maggiore felicità. Ricchezza, benessere e successo sono tra gli aspetti che caratterizzano il paradigma dell’occidente; e seppure negli ultimi anni il mondo sia cambiato e abbia attinto anche da altre latitudini tale modello è ancora forte e incisivo. Ma se guardiamo più da vicino la realtà americana confrontandola con quella europea, ancora parzialmente distante da questa onta di omologazione, ci accorgiamo come la nostra “spersonalizzazione” culturale sia un profondo errore.


28 marzo 2012

L'identità liquida

Zygmunt Bauman

Quando Zygmunt Bauman alla richiesta di scegliere tra l'inno nazionale polacco e quello britannico per la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa all'Università Carlo di Praga optò per l'inno europeo, decise di non essere né vittima della città natale che lo allontanò, né di quella che lo adottò. Questo aneddoto, che lui stesso ha raccontato, apre infinite riflessioni che toccano certamente una parte importante della biografia del pensatore, ma che, d'altra parte, ispira un pensiero piú articolato ed esteso, una riflessione di piú ampio respiro: la questione dell'identitá. Nel caso di Bauman ci troviamo di fronte una soluzione umanissima, egli decide di annullare le differenze tra le due differenti identitá che lo hanno costituito in quanto uomo. Eppure nel superamento della differenza di identità si cela un tacito assenso all'assenza di identità stessa. Essere uomo e non appartenere né a questa né a quella società. Essere uomo e appartenere solo a se stessi, si potrebbe affermare secondo una chiave più spiritualista analizzando la situazione. Ma quanto é permesso oggi a noi uomini essere veramente uomini, situarci fuori dalle parti e giocare al contempo il ruolo di chi, sempre in movimento, - per scelta o per costrizione - é legato a se stesso senza, dunque, lamentare l'assenza di appartenere a qualsiasi classe, a qualsiasi denominazione geografica ed antropologica?

29 dicembre 2011

Lo Yin e lo Yang della contemporaneità

yin e yang
La società occidentale con le sue frenesie, le sue paure e la sua crisi può essere interpretata secondo diverse chiavi. Ma un concetto calzante è senza dubbio quello taoista dello Yin e dello Yang; i due opposti rappresentati dal simbolo del Tao, dove il bianco e il nero, complementari tra loro, sembrano ruotare inglobandosi. I due aspetti presentano molteplici significati ma accostandoli al discorso che stiamo per intraprendere lo Yang rappresenta il: maschile, attivo, espansivo, aggressivo, razionale, competitivo, estroverso; mentre lo Yin il: femminile, passivo, contrattivo, responsivo, cooperativo, intuitivo, introverso. Così risulta facile intuire come la società odierna sia senza dubbio paragonabile al concetto di Yang.

24 agosto 2011

Medioevo postmoderno: tra crisi economica e identità

La quantità si muta in qualità, come ha detto Hegel,
e in particolare basta una semplice differenza di
quantità per passare dalla sfera dell’umano a quella dell’inumano.
(Riflessioni sulla causa della libertà e dell’oppressione sociale, S. Weil)

Ogni crisi si apre con il collasso delle istituzioni e con lo sgretolamento di un sistema costituitosi. Oggi stiamo vivendo una nuova fase di passaggio, la rottura del sistema in auge, dove le incongruenze tra le conquiste dell’uomo dell’era moderna e l’impossibilità di realizzarle e di goderle nella vita odierna, appaiono come il contrasto più vivido, che la nostra società non può più ignorare. Siamo attori e spettatori del più sconvolgente cambiamento antropologico, le cui radici tematiche attecchiscono nell'"antica" tesi freudiana e in quella di Marx
La crisi economica ha generato, oltre allo sconvolgimento delle acclamate strategie di mercato, un default importante ossia quello che inerisce alla deficienza umana e sentimentale che accompagna l’uomo del tempo della tecnica e del progresso, del nostro secolo.

18 giugno 2011

L’empatia come fine

empatia

Se si osservano i mutamenti della storia non sarà difficile notarne un’evoluzione apparentemente lineare, come se la nostra civiltà tendesse verso qualcosa, verso una sorta di finalità o direzione... Ma si può facilmente obiettare asserendo che tale affermazione non è del tutto veritiera perché, in effetti, le vicende storiche a volte paiono ripetersi, gli errori del passato ritornano e la dialettica su certi aspetti della vita sembrano affievolirsi e ricomparire. Se ad esempio ci focalizziamo sull’uso della guerra come espediente per risolvere le controversie tra popoli, potremmo tranquillamente dire che la storia non ha insegnato nulla. Oppure se consideriamo le forme di governo riscontriamo evoluzioni e involuzioni: governi democratici e autoritari, dittature e teocrazie fino ad oggi, senza un’apparente finalità come precedentemente affermato.
Sicché potremmo dire che questa storia, o questi aspetti della storia umana, per quanto fondamentali per la nostra esistenza non paiono sufficientemente adatti per tracciare il profilo della civiltà umana. Ma se invece considerassimo un altro aspetto insito nella storia, troveremmo una nuova coerenza: se fosse possibile misurare con strumenti scientifici il grado di empatia tra persone, potremmo certamente dire che essa è costantemente aumentata nel corso dei secoli e che segna un filo conduttore assai interessante...